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Siti palafitticoli preistorici dell'arco alpino

La metallurgia nell'età del bronzo: i reperti di Bodio Centrale

L'avvento della metallurgia è il fenomeno che caratterizza in modo più significativo l'età del Rame (ca. 3400-2200 a.C.) e del Bronzo (2200-900 a.C.).
All'inizio dell'età del Bronzo i metallurghi erano ambulanti, dal XIII sec. a.C. alcuni artigiani divennero sedentari e si integrarono nelle comunità.
La diffusa presenza di matrici e attrezzi per la lavorazione dei metalli anche in regioni prive di risorse minerarie, come le pianure alluvionali, dimostra che la produzione dei manufatti avveniva localmente, ma le materie prime, rame e stagno, dovevano essere importate. I villaggi dell'Italia settentrionale si rifornivano di rame principalmente nell'arco alpino (si conoscono miniere nel Salisburghese e forni per la lavorazione del minerale nel Trentino Alto Adige) mentre è incerta la provenienza dello stagno che veniva estratto sia in Cornovaglia, sia in Bretagna, sia nei monti sul confine tra la Germania e la Boemia.
Agli inizi del Bronzo Antico l'uso del bronzo appare abbastanza limitato ma nel giro di pochi secoli la produzione si intensifica e la gamma dei manufatti si amplia in modo considerevole.
Tra gli strumenti di lavorazione è ben documentato nell' Italia settentrionale l'uso di stampi in pietra; rispetto a quelli in altri materiali, come ad esempio l'argilla, il lungo tempo necessario per fabbricarli era compensato dalla possibilità di riutilizzarli più volte per produrre rapidamente una serie di oggetti sempre identici e, in taluni casi, di destinare le diverse facce della matrice alla fusione di oggetti diversi.

Dalla palafitta di Bodio centrale, denominata anche "delle monete" a seguito del rinvenimento di 199 monete romane, provengono numerosi reperti in metallo - lame di pugnale, cuspidi di lancia e spilloni - databili tra le fasi centrali e avanzate del Bronzo Antico e gli inizi del Bronzo Medio (XX-metà XVII sec. a.C. circa)
Significativo è il ritrovamento di due forme di fusione in pietra, spezzate e lacunose, destinate alla lavorazione di asce con taglio fortemente espanso, probabilmente appartenenti ad un tipo diffuso tra il corso superiore del Reno e Milano (tipo Möhlin).