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I Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia

I pannelli lignei dell’altare maggiore rinascimentale della Basilica.

Presso il monastero delle Romite si conservano due pannelli a rilievo in legno intagliato, dorato e dipinto con la Flagellazione e la Crocefissione di Cristo che, insieme ad altri due (Andata al Calvario e Deposizione nel sepolcro) conservati presso le Civiche Raccolte del Castello Sforzesco di Milano, componevano il prezioso altare maggiore rinascimentale della basilica di Santa Maria sul Monte, smontato nel 1660 per lasciar spazio all'attuale in marmo.
I quattro rilievi illustrano episodi della Passione di Cristo e ornavano la base cubica dell'imponente altare piramidale tardoquattrocentesco del cui aspetto si conserva testimonianza in un'acquaforte del 1622. Nella parte superiore i pannelli lignei sorreggevano un tabernacolo chiuso da vetri con la statua trecentesca della Madonna con il Bambino, ancor'oggi venerata ed esposta sull'altare maggiore. Quattro statue di angeli inginocchiati delimitavano il tabernacolo, altre di dimensioni minori lo circondavano. Le figure della Vergine Assunta e dei dodici apostoli che nell'acquaforte del 1622 compaiono a coronamento dell'insieme vennero probabilmente aggiunte nella seconda metà del Cinquecento in risposta alle disposizioni del cardinale Carlo Borromeo.
I quattro pannelli lignei con episodi della Passione costituiscono una delle più alte espressioni del Rinascimento lombardo, denotano altissima qualità, sapienza prospettica e finezza nell'uso dello stiacciato, tecnica che permetteva di scandire il rilievo in profondità in uno spessore ridotto. Vennero intagliati fra 1482 e 1488 da un'artista estremamente moderno e aggiornato, noto con il nome di maestro di Trognano, la cui identità rimane tuttavia dubbia. La loro dipintura e doratura si deve invece a Bernardino Butinone, altro grande maestro del Rinascimento lombardo, presente al Monte nel 1488.
Per i suoi rilievi policromi e dorati papa Innocenzo VIII nel 1491 giudicò l'altare della Basilica talmente bello che "in tota Italia simile et ita preclarum opus non existat".