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Siti palafitticoli preistorici dell'arco alpino

Descrizione dei siti palafitticoli varesini

L'isola Virginia sorge lungo la sponda occidentale del lago di Varese, a pochi metri dalla riva di Biandronno, ed ospita un Parco Archeologico ed un Museo in cui sono esposti i materiali rinvenuti.

Un percorso didattico a cielo aperto accoglie i visitatori. Un calco esposto lungo la riva, che riproduce nei minimi particolari il crollo di una parte di un edificio, e due strappi di sezioni di scavo, esposti in Museo, permettono al pubblico di conoscere alcuni aspetti dell'abitato del V millennio. La vita sull'isola ebbe però inizio nel primo Neolitico (VII-VI millennio a.C.) e si è protratta fino alla fine dell'età del Bronzo (X secolo a.C. circa): in questo periodo l'uomo ha dovuto spesso adattare o spostare le proprie dimore per poter far fronte ai mutamenti delle acque del lago. Fu dapprima occupato il centro dell'isola, successivamente anche le rive settentrionali ed orientali e solo dal IV millennio l'area meridionale, fino a quel momento coperta dall'acqua e da canne lacustri. Le opere di bonifica e le tecniche di costruzione delle case, innalzate su piattaforme lignee poste sul terreno o sostenute da pali, evidenziano la grande abilità dei carpentieri preistorici. All'età del Bronzo si data un ripostiglio di asce bronzee nascosto e mai più recuperato da un antico metallurgo.

A Bodio Lomnago, località sul lago di Varese, sono emersi reperti tra i più antichi delle Prealpi Varesine. La palafitta di Bodio centrale fu scoperta, insieme all'Isolino, nell'aprile del 1863 e gli scavi proseguono ancora oggi ad opera della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia: vasellame, strumenti litici, spilloni, lame di pugnale e cuspidi di lancia in bronzo e due forme di fusione per asce documentano la vita, l'artigianato e i commerci tra il 1800 e il 1500 a.C. circa, periodo in cui i villaggi del lago di Varese raggiunsero la massima fioritura.

L'insediamento del Sabbione, situato a Cadrezzate sul lago di Monate , è stato uno dei primi siti palafitticoli nei quali è stata utilizzata la dendrocronologia (metodo che studia l'accrescimento delle piante nel tempo) per datare le varie fasi di vita dell'abitato (XVII-XVI sec. a.C.) e ricostruirne l'aspetto. Numerosi gli oggetti in pietra scheggiata, ceramica e metallo rinvenuti negli scavi del secolo scorso oggi conservati in vari musei lombardi.